smettila di reprimere tuo figlio, mediazione familiare

QUALE FUTURO STAI COSTRUENDO PER TUO FIGLIO?

smettila di reprimere tuo figlioOgni genitore conosce molte cose  sudi sé.
Conosce le cose che gli riescono meglio e quelle in cui ha difficoltà. Anche se molti genitori non riflettono su questo aspetto che li riguarda in realtà rivela informazioni su chi siamo, chi eravamo, cosa abbiamo appreso e cosa abbiamo evitato di apprendere. E’ un aspetto che possiamo utilizzare per portare esempi “edificanti” nella vita dei nostri figli.

 

Dal momento che come genitori siamo esempi per i figli, la consapevolezza dei nostri punti di forza, dei nostri punti deboli e di come li condizioniamo ci aiuterebbe ad essere guide migliori.

Tutte ciò che abbiamo appreso nell’arco della vita forma la nostra esperienza. Attraverso i vari ruoli lavorativi e sociali abbiamo utilizzato i nostri punti di forza e fatto esperienza. Abbiamo avuto anche ruoli meno piacevoli da assumere e abbiamo scoperto attività che proprio non erano fatte per noi. Abbiamo scoperto “chi siamo” comprendendo cosa ci motivava. Alcuni di noi hanno saputo anche trasformare le loro passioni in un lavoro e una vita gratificante.

 

Ruolo cruciale per un genitore è dare l’esempio. Educarsi al mestiere di genitore in modo da crescere figli sani, senza complessi, equilibrati e sereni di fronte ai problemi della vita richiede un lavoro su di se che molti genitori non vogliono assolutamente affrontare.

Tuttavia tutto ciò di cui necessitiamo per aiutare i nostri figli è ascoltarli, conoscerli e apprezzarli incondizionatamente. Fargli assumere piccole responsabilità accettando i loro errori e fallimenti in modo costruttivo. Proporgli scelte ed essere di supporto. Si tratta di aiutarli a costruire un immagine di sé stessi e delle proprie capacità.

 

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Ma è utile proporgli di fare diverse esperienze?

In contesti diversi?

Con gente diversa?

 

 

Regola n°1: smetti di reprimere tuo figlio con la scusa di proteggerlo!

Certamente. Solo attraverso le loro esperienze potranno conoscersi.

“Ma la vita è rischiosa …dicono molti genitori.” “Certo, la vita implica anche il fatto che tutti moriremo un giorno!” Replico io per scaturire una reazione emotiva. Questo è un dato di fatto. Va accettato. Non dobbiamo per questo vivere nella paura e impedire ai figli di apprendere e sbagliare.

Molti- per proteggere i loro figli – impediscono esperienze formative interessanti.

Li condizionano fino a renderli confusi e privi d’obiettivi.  E’ molto più pericoloso imparare a non vivere, non offrendo opportunità per affrontare la vita e realizzarsi.

Le loro esperienze – tutte, invece – fanno parte dell’apprendimento e non va bene tenerli in casa confinandoli in una perenne zona di comfort, tra un whatsupp e un altro.  E’ l’anticamera della sofferenza.

 

Bisogna avere il coraggio di trasmettere il messaggio.”Affrontare il mondo e le sue difficoltà è necessario ed è possibile. Troppi genitori vivono in preda a paure e preoccupazioni e con l’intento di proteggerli finiscono per bloccare la vita dei figli. Dovrebbero accettare il fatto che la paura è spesso inevitabile, irrazionale, e rischia di peggiorare le cose. Molto meglio aiutarli a divenire autonomi. Meglio che imparino ad accettare il gioco della vita.

 

L’organizzazione Mondiale Della Sanità

L’O.M.S. ( Organizzazione Mondiale della Sanità) in maniera esplicita sostiene che per prevenire la tossicodipendenza, il disagio giovanile, le varie forme di disadattamento, si deve puntare su strategie educative che permettano l’apprendimento di una serie di competenze di vita (Life-Skills) che servano di supporto al giovane per affrontare situazioni complesse, difficili e fonti di stress.

Le considerazioni  dell’ O.M.S  sono semplici.  Si possono riassumere così:

Riuscendo a far apprendere al bambino prima e all’adolescente poi, competenze quali:

  • la capacità di prendere decisioni (decision making),
  • la capacità di risolvere problemi (problem solving),
  • la possibilità di sviluppare un pensiero critico e creativo,
  • una buona empatia nei confronti degli altri,
  • la capacità di comunicare ed affrontare efficacemente i conflitti

Ci troveremo di fronte a giovani capaci d’affrontare la vita senza grossi sbandamenti.

Tra i fattori necessari ad alimentare la fiducia nelle proprie capacità emergono “la disponibilità a rischiare un pò“, “la capacità di mettersi in gioco“, “il coraggio e la determinazione“.
La fiducia in sé stessi si consolida agendo per il bene.

 

Se il figlio si blocca di fronte a qualcosa non serve drammatizzare. Anzi. Per un giovane l’autostima passa attraverso sfide e fallimenti, successi e insuccessi. Sono tutti aspetti della vita. L’autostima per altro, non è raggiungibile una volta per tutte, va sempre messa alla prova.

 

Tutto ciò che possiamo fare è aver fiducia in loro ed incoraggiarli ad amare la sfida con se stessi, non tanto quelle con gli altri, quelle sfide, per quanto spesso inevitabili creano molte ansie e frustrazioni ai figli.
Dobbiamo come adulti accettare il fatto che assumano alcuni rischi e che superino la paura di sbagliare.

Sappiamo che i nostri possono avere successo in ciò che fanno. E in ciò che faranno. Trattiamoli di conseguenza. Aiutiamoli ad accrescere un’autostima sana e positiva. Raccontiamo loro di come abbiamo affrontato i nostri problemi, di come abbiamo sbagliato e ci siamo rialzati. Nessuno è perfetto. Ognuno può però dare il meglio di sè.
Un genitore al mare col figlio urlò al figlioletto:

  • “Fai attenzione che non sai nuotare!”

Pensiamo se invece percepire la preoccupazione del genitore avesse sentito questa proposta:

  • “Ok, adesso entriamo in acqua lentamente e proviamo a immergere un attimo la testa. Poi ci raccontiamo com’era? Ti va?

 

Quale dei due genitori – in questo semplice esempio – aiuterebbe maggiormente suo figlio ad affrontare una prova importante come quella dell’acqua?

Lascia la tua esperienza nei commenti e raccontami come hai aiutato i tuoi figli a trovare la loro strada.

smettila di reprimere tuo figlio, Ottimismo

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