Altruismo: La qualità positiva dell’altruismo è desiderare il bene altrui, aiutando in modi disinteressato e senza ottenere riconoscimenti ricompense e/o vantaggi. Non è assolutamente facile essere altruisti – bisogna riconoscerlo. Soprattutto se non ne abbiamo compreso il vero significato.
Molte persone – anche trovandosi in mezzo alle difficoltà – non chiedono una mano.
Essere altruisti in questo caso significa intuire le loro necessità, comprendere come essere d’aiuto, senza voler nulla in cambio.
L’empatia e l’aspettativa di ricevere qualcosa.
Provare empatia – cioè capire il punto di vista altrui – è fondamentale. Se invece d’aiutare giudichiamo, l’atto altruistico non è più tale.
Condizione necessaria per essere altruisti è azzerare l’aspettativa di ricevere una forma d’apprezzamento dell’altro. Bisogna accettare che spesso gli altri non sono pienamente consapevoli di ciò che si è fatto per loro. Non è una colpa. E’ un dato di realtà.
Restituire beneficio
L’altruismo funziona solo se si ha l’intenzione di fare il proprio dovere etico ed umano. Che è quello di “restituire” almeno in parte ciò di cui abbiamo beneficiato. Se abbiamo beneficiato della gentilezza e della saggezza di qualcuno, allora possiamo condividere questi valori. Si può essere altruisti in mille modi, iniziando dall’ascolto. Possiamo confortare un amico senza giudicarlo. Possiamo aiutare chi non ha le nostre stesse conoscenze in un settore. Possiamo aiutare un amico motivandolo a studiare, a fare esercizio fisico, o nel coinvolgersi in atti di volontariato.
Cosa significa altruismo
L’altruismo significa “dare profitto agli altri”. Che cosa significa dare profitto? Ognuno, in una certa misura, trae profitto dalla propria condizione di vita e, se questa condizione è buona, allora può generare profitto per altre persone.
Un po’ come nella fotosintesi, in cui il vegetale riceve tutto ciò di cui ha bisogno per sussistere: luce, minerali, acqua, ma dà profitto all’ecosfera terrena producendo ossigeno, nutrimento e trasformando l’energia solare in energia organica.
Aiutare gli altri con generosità e benevolenza si può fare con atti semplici: un ascolto senza pregiudizi, un complimento sincero, un gesto amichevole o qualsiasi altra forma di sostegno.
A volte basta poco
Si possono aiutare gli altri donando dei soldi o dei propri beni, oppure mettendogli a disposizione le nostre competenze o capacità specifiche. Il fatto di coltivare la volontà di fare del bene agli altri ha già un effetto positivo anche se non abbiamo ancora avuto l’occasione di passare all’atto.
Non vanno cercate azioni eroiche bensì piccoli atti quotidiani apparentemente insignificanti. Tutto questo senza che il destinatario possa sentirsi umiliato o costretto a ringraziare. Fra l’altro, qualunque aiuto si possa dare, sia esso di natura materiale, psicologica o spirituale, è altrettanto utile a noi, poiché ci permette di coltivare pensieri positivi e sentirci bene. Permette di distogliere il proprio sguardo da se stessi. Senza contare che si attira poi la simpatia degli altri.
Generalmente si pensa che il vero altruismo debba fondarsi sulla compassione e sull’amore per gli altri. Ma è poco realistico esigere da noi stessi uno stato simile, anche se è possibile raggiungerlo per alcune persone.
L’altruismo è autentico?
Quindi quali sono le condizioni di un atto altruistico autentico? Lo ripetiamo:
- Agire in maniera disinteressata, senza attendersi nulla in cambio;
- Agire in maniera discreta, senza ostentazione, evitando di umiliare chi si aiuta e non facendolo sentire debitore.
- Agire in maniera contestuale ed equilibrata. Bisogna prendere in considerazione la propria situazione, i mezzi di cui si dispone davvero, fare attenzione a non ledere i diritti di terzi), evitando che tali atti danneggino o siano di peso agli altri (per esempio, per aiutare un amico commettere dei torti verso i genitori)
- Non imporre il proprio aiuto, ma proporlo, rispettando l’altro e ciò di cui ha davvero bisogno, senza dare giudizi e senza provare un sentimento di superiorità, rispettando la dignità e la libertà della persona.
Altruismo in difesa dei diritti
Un modo per praticare l’altruismo è difendere il diritto degli altri. Opporsi alle ingiustizie e agli abusi, cercando di attenuare le sofferenze e provando a eliminare le cause di possibili malesseri o contrarietà. In altre parole, oltre a «cercare di fare il bene», bisogna impedire che venga fatto il male.
Nella realizzazione di un atto altruistico contribuiscono diverse qualità.
- La capacità di non essere condizionati dai pregiudizi: oltrepassare la possibile percezione negativa dell’altro (come aiutare un compagno sebbene sia definito dai tuoi amici “sfigato”).
- La capacità di curare i dettagli dell’azione altruistica. L’atto altruistico richiede del tempo: bisogna darsi del tempo per prestare attenzione all’altro. È solo centrandosi sull’altro, ascoltandolo e dedicando del tempo a questo ascolto che si diventa capaci di empatia, che ci si sente coinvolti, e che si è motivati ad agire. È molto più facile dare un’elemosina e poi liberarci dell’altro in fretta.
- Coltivare in sé compassione.
Il falso altruismo
Le 2 trappole principali in cui possiamo imbatterci, come abbiamo già detto, sono: quella di attendersi un gesto di gratitudine o di ringraziamento dalla persona che abbiamo aiutato, tanto da, se questo non avviene, sentirsi tristi, delusi e frustrati fino a provare collera e rancore (quante volte abbiamo detto o pensato: “dopo tutto quello che ho fatto per lui!”).
L’altra trappola è la possibilità che nasca in noi un sentimento che ci fa credere di essere indispensabili. Credere che gli altri senza di noi non ce l’avrebbero fatta, e di conseguenza sentirci importanti e superiori. Quando questo pensiero ci pervade, in genere amiamo raccontare le nostre buone azioni, vogliamo farle sapere per potercene vantare.
Come dice La Rochefoucauld, «spesso la nostra generosità non è altro che un’ambizione mascherata».
Sei altruista?
Un test per verificare le nostre vere intenzioni è quello di chiedersi:
Sono sempre io a scegliere chi aiutare?
Lo racconto agli altri?
Lo faccio meno volentieri quando nessuno lo sa?
Rimango amareggiato se la persona è ingrata nonostante il mio tentativo?
Lo faccio perché desidero essere riconosciuto socialmente?
Rispondendo onestamente a queste domande saprai capire se sai essere un vero altruista, ed eventualmente saprai come migliorare il tuo approccio.